Missioni del Fato

missioni personali per approfondire la propria storia

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  1. Respen
     
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    Rinascere come Mietitore certe volte fa dimenticare. O magari serve a dimenticare. Altre volte ancora solidifica i ricordi. Ma resta il fatto che il destino futuro dipende dalle scelte effettuate nel passato. Quali siano gli effetti delle nostre decisioni, non sempre ci è dato sapere.
    Ma capita che il passato ritorni a farci visita, a narrarci nuove storie, a farci capire chi siamo e perché siamo; a presentarci il conto. O magari a porre nuovi enigmi.




    Aperto anche per i Mietitori un loco per sviluppare il background. Vi darò io le missioni in questo topic, non chiedetele. Opening soon...
     
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  2. Respen
     
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    L'essere camminava lentamente. Non si capiva cosa fosse, non a quella distanza, almeno. Ma di sicuro era grosso, e il cielo tenebroso che scaricava sulle desolate terre di Nosgoth una pioggia battente lo rendeva ancora più imponente.
    Le zampe artigliate leggermente curve, si guardava intorno come se non fosse al corrente del tempo che passava. Il portale da cui era uscito si richiuse rapidamente con una lampo di luce viola, lasciando dietro di sè l'odore di carne bruciata e un'aria carica di tensione elettrica.
    L'essere alzò in alto le possenti braccia e dalla sua bocca uscì un grido profondo e gutturale, come se fosse la terra stessa a parlare:

    "Figlia della Luna! So che sei qui! Sono venuto a prenderti!



    Lady Fanhir, è giunto il tuo momento. Ricordi quando arrivasti a Nosgoth? Fosti trasportata nei pressi dell'Abisso, e Wellyan con te. Solo che lei era già morta quando giunse qui.
    La lasciasti là, in balia degli avvoltoi.

    E di sicuro ricorderai quando la tua Witchblade ti coprì completamente facendoti anche spuntare le ali. In quell'occasione c'era un nemico particolare da affrontare, non è vero, Figlia della Luna?

    Come si combinano questi due ricordi?
    Probabilmente nella venuta di questa creatura che reclama la tua presenza. Un duro scontro ti attende: hai già combattuto contro quest'essere demoniaco, e Witchblade ti fu d'aiuto in quell'occasione.
    Questa creatura però non è più la stessa di allora: come tu hai acquisito nuove capacità, anch'essa si è migliorata.
    Il tuo destino ti attende nelle Plains of Blood, dietro la cattedrale di Avernus.
    Forse potrai sapere qualcosa di più sul tuo futuro, o magari sul tuo passato.

    LDR: 4/5

    Edited by Respen - 22/9/2005, 12:18
     
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  3. .: LadyFanhir :.
     
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    Ok.. mi scuso per la missione in ritardo, e anche xke nn è ancora finita... -.-''
    Ehm.. sorry x gli errori vari, ma ho scritto sia in fretta e su Blocco Notes (il Word ha fatto sciopero -.-'')
    /me spera di postare il più preso possibile la seconda parte, sperando che nn abbia altri casini in giro -.-''

    Go!

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    L'essere camminava lentamente. Non si capiva cosa fosse, non a quella distanza, almeno. Ma di sicuro era grosso, e il cielo tenebroso che scaricava sulle desolate terre di Nosgoth una pioggia battente lo rendeva ancora più imponente.
    Le zampe artigliate leggermente curve, si guardava intorno come se non fosse al corrente del tempo che passava. Il portale da cui era uscito si richiuse rapidamente con una lampo di luce viola, lasciando dietro di sè l'odore di carne bruciata e un'aria carica di tensione elettrica.
    L'essere alzò in alto le possenti braccia e dalla sua bocca uscì un grido profondo e gutturale, come se fosse la terra stessa a parlare:


    "Figlia della Luna! So che sei qui! Sono venuto a prenderti!



    Lady Fanhir, è giunto il tuo momento. Ricordi quando arrivasti a Nosgoth? Fosti trasportata nei pressi dell'Abisso, e Wellyan con te. Solo che lei era già morta quando giunse qui.
    La lasciasti là, in balia degli avvoltoi.

    E di sicuro ricorderai quando la tua Witchblade ti coprì completamente facendoti anche spuntare le ali. In quell'occasione c'era un nemico particolare da affrontare, non è vero, Figlia della Luna?

    Come si combinano questi due ricordi?
    Probabilmente nella venuta di questa creatura che reclama la tua presenza. Un duro scontro ti attende: hai già combattuto contro quest'essere demoniaco, e Witchblade ti fu d'aiuto in quell'occasione.
    Questa creatura però non è più la stessa di allora: come tu hai acquisito nuove capacità, anch'essa si è migliorata.
    Il tuo destino ti attende nelle Plains of Blood, dietro la cattedrale di Avernus.
    Forse potrai sapere qualcosa di più sul tuo futuro, o magari sul tuo passato.

    LDR: 4/5

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    -Margy! Ti avevo detto di restare a casa!-
    -Lo so, Fanhir… Non c’è bisogno di fare tutte queste storie; tanto andrà a finire come tutte le altre volte-
    -Oh certo… certo, come no… E come fai a prevederlo? Rischi di farti male, lo sai?- risi dinanzi a quell’ingenua frase.
    -Lo so, ma non ho paura. Perché tu sarai sempre al mio fianco a proteggermi…-


    Sospirai.
    Mi diressi verso la Cattedrale di Avernus, camminando lentamente…

    -Perché Wellyan ti ha mandata comunque da lui?-
    -Non lo so…-
    -Fa paura…-
    -Anche gli altri ti facevano lo stesso effetto…- risi debolmente –Nasconditi… E non muoverti da là!-
    -Ok- sbuffò Margy.


    Mi fermai di colpo.
    Attesi qualche minuto.... per pensare... per ridordare...

    –Vattene, Margy!- urlai con tutto il fiato, ancora distesa nella terra bagnata, con una ferita al fianco.
    -Fanhir!!- lacrime rigavano il dolce viso.
    -Allontanati immediatamente!!!-


    Avevo appena finito le prove con il gruppo... Margy era rimasta da noi, per ascoltarci.
    La portai a casa da zia Wellyan.
    Margy era la mia cuginetta adottiva.
    Durante la passeggiata, avevo la terribile senzazione di essere osservata, e, cosa assai peggiore, Witchblade fremeva all'impazzata, e mi vociferava nella mente sempre la solita parola...
    'Syghren' 'Syghren' 'Syghren'
    Dopo aver accompagnato Margy, ed essermi assicurata che fosse andata a dormire, avvisai Wellyan del fatto; lei non insistette nel farmi restare a casa.
    Corsi in camera mia, e presi il pugnale che portavo sempre con me... lo stesso pugnale che mi ferì, e che mi lascio la lunga cicatrice, tempo addietro, quando avevo 'solo' 14 anni... Ora, ne avevo 18... Era da circa un anno che abitavo da Wellyan... Mi aveva salvato la vita -cosa che non feci altrettanto-.
    Mi vestii comodamente; se avrei dovuto combattere, non volevo affatto rovinarmi i miei bei vestiti di sempre, e soprattutto incavolarmi inutilmente per quello... E poi, avrei nascosto più facilmente il pugnale con dei vestiti larghi...
    Salutai affettuosamente Wellyan, e infine uscii.
    Attraversai il parco dinanzi a casa mia, un piccolo parco, ma decisamente accogliente. O meglio... il paesello dove vivevo era piccolo, ma sembrava quasi essere uscito da un libro di favole.
    Bek... Un piccolo, accogliente, paesino storico...
    Aprii il cancelletto, e passai dinanzi ai giochi per bambini... Non ero affatto tesa, di solito capitavano sere (e persino pomeriggi) di questo genere. Ecco.... i pomeriggi erano terribili, poichè i demoni, per non dare nell'occhio, si impossessavano della poca gente che talvota girava per Bek. E questa, non era una cosa carina.
    Non ero una cacciatrice, o qualcosa del genere.
    Ero una semplice ragazza, che per sua sfortuna, si è ritrovata in mano, letteralmente, una terribile e sanguinosa arma. E non so come, dopo quel terribile fatto, demoni e altri esseri riuscirono a varcare quella soglia che pochi riuscivano a farlo. Invisibilmente...
    Non potevo pretendere di 'liberare il mondo' da questi nemici...
    ... era solo per un semplice fatto di sopravivvenza: Witchblade era troppo esigente, e terribilmente affamata di violenza, sangue.
    I demoni erano stati solamente un colpo di fortuna; ma se ci foste stato un 'altrimenti' ?
    La gente intorno a me non notava minimamente coloro che corrompevano le loro menti, i loro corpi... Non erano anime superficiali; semplicemente, non riuscivano a vedere; o peggio, a sentirne l'odore.
    Quell'odore indescrivibile, acre, pungente, dolce, aspro, pesante, misto di rose, morte, incenso, carne bruciata...
    Indescrivibile...
    A volte, non c'era bisogno di Witchblade che mi avvisava della presenza di un demone.
    Lo sentivo semplicemente...
    Quell'odore unico...
    E quella sera... l'odore non era forte come le altre volte, in ogni caso, mi ci ero abituata, ma Witchblade mi faceva aumentare la tensione -e il mal di testa-, con i suoi sussurri ossessionanti...
    'Syghren' 'Syghren' 'Syghren' 'Syghren'
    Mi portai le mani sulla testa, e mi fermai qualche secondo per tranquillizzarmi. Non si poteva continuare così... la tentazione di ritornarmene a casa, e lasciare Witchblade senza cena, era tanta... tantissima.
    Mi sedetti su una panchina, quando piccoli passi mi feccero scattare in piedi.
    -Margy! Ti avevo detto di restare a casa!- dissi trattenendo l'ira.
    -Lo so, Fanhir… Non c’è bisogno di fare tutte queste storie; tanto andrà a finire come tutte le altre volte- rispose con un sorrisetto innocente, facendo spallucce.
    -Oh certo… certo, come no… Rischi di farti male, lo sai?- risi dinanzi a quell’ingenua frase.
    -Lo so, ma non ho paura. Perché tu sarai sempre al mio fianco a proteggermi…-
    Imprecai mentalmente, dopotutto, non potevo urlare come una pazza con Margy. Alla fine, era vero... quelle poche volte che mi aveva 'accompagnato', erano sempre finite bene. E poi... lei era bravissima a giocare a nascondino...
    Suggerii a Margy di stare zitta, quindi, ci incamminammo sempre più lentamente, sempre più pesanetemente...
    ...la Lama Stregata mi ossessionava sempre più la mente.
    'Syghren' 'Syghren' 'Syghren' 'Syghren' 'Syghren'
    Mi fermai, e annusai l'aria, inquinata da quell'odore.
    Il demone era vicino...
    Suggerii alla mia amichetta di restare ferma; e mi incamminai verso lui, seguendo l'odore.
    D'un tratto, Witchblade fece la sua comparsa, nonostante non l'avessi evocata.
    Con veloci riflessi, vedendo a malapena l'enorme braccio. Tirai un fendente, e lo colpii malamente.
    Esso, in tutta risposta, mi spinse lontano da lui, verso Margy, e girò le spalle ridendo.
    La bambina si avvicinò paurosamente verso me.
    -Perché Wellyan ti ha mandata comunque da lui?- sussurrò con gli occhi sgranati.
    -Non lo so…- risposi distrattamente, alzandomi.
    -Fa paura…-
    -Anche gli altri ti facevano lo stesso effetto…- risi debolmente, con un smorfia –Nasconditi… E non muoverti da là!-
    -Ok- sbuffò Margy, e corse verso un tubo di cemento, nel parco giochi, lontano pochi metri.
    Non era la prima volta che vedevo un demone del genere...
    Certo, superava le dimensioni che normalmente un demone previdente si presentava nel nostro mondo, ma poco importava. Grande, grosso, e magari pure lento... anche se finora, la sua lentezza non si era fatta vedere...
    Non ero una maga del combattimento... e questo non era cosa buona. Il mio primo maestro fu Croyakgre, su Oneiros, il mondo dal cielo rosso, dove Witchblade (Metryal, il suo nome originale), si impossessò di me.
    E al ritorno da Oneiros, non ero migliorata un granchè, ma continuai ad allenarmi con un grande amico indiano, e poi mi insegnarono altri maestri, amici di famiglia. Mantenendo sempre segreta la Lama Stregata.
    Dopo che scappai di casa, e conobbi quel maledetto demone ingenuamente, il mio metodo di combattimento era molto migliorato...
    Ma non mi consideravo affatto una maga del combattimento.
    Diciamo una schiappa molto fortunata...
    Witchblade, intanto, fremeva di gioia, continuando a ripetere ossessionatamente quel nome, mentre io ne fiutavo l'indescrivibile odore.
    'Syghren' 'Syghren' 'Syghren' 'Syghren' 'Syghren'
    Il demone si avventò dietro le mie spalle, improvvisamente.
    Parai con facilità il suo pugno, grazie a Witchblade, e ne aprofittai per far crescere la Lama Stregata dentro il suo corpo. Ma dopo pochi minuti, il demone se ne sbarazzò facilmente, tagliandosi l'arto.
    Non avevo mai visto una scena così ripugnante: sangue ribolllente cadeva a terra bruciando l'erba e tutto ciò che toccava, mentre il demone scaraventava il suo braccio, appena staccato, lontano da lui.
    Aprofittai del momento di distrazione per farmi crescere Witchblade sul mio corpo, a mò di armatura, proteggerndomi così da quell'acido, e saltai sul demone, colpendo ripetutamente sino a farlo stancare.
    Abbozzai un sorriso, e piantai Witchblade nel suo collo, mentre egli urlava di dolore.
    Non mi ero accorta, durante il terribile baccano, che i suoi artigli mi ferirono al fianco; ferendo anche Witchblade, lacerando l'armatura..
    Mi piegai, urlando, cercando di scendere, ma i suoi artigli erano sempre conficcati nel fianco.
    Dopodiché, mi scaravento violentemente di alcuni metri, verso il parco giochi.
    Mentre quel maledetto rideva, Margy sbucò fuori dal tubo, e corse verso di me.
    –Vattene, Margy!- urlai con tutto il fiato, ancora distesa nella terra bagnata, con una ferita al fianco.
    -Fanhir!!- lacrime rigavano il dolce viso.
    -Allontanati immediatamente!!!- imprecai, mente sentivo i rumorosi passi del demone, avvicinarsi a noi.
    La testa mi stava scoppiando, tra le urla di Margy, gli ossessionanti sussurri di Witchblade, il dolore assurdo al fianco e quel bastardo che se la rideva.
    Il desiderio di tornare a casa, mandando all'inferno tutti, era grande...
    Infine, persi i sensi.
    Non so per quanto tempo, probailmente di pochi secondi, ma comunque fatali.
    Margy era in pericolo.
    Quando aprii gli occhi, vidi che la bambina era ancora accanto a me, piangente; e il demone poco più lontano da noi.
    -E cosi, tu saresti la detentrice di Metryal... i miei più vivi complimenti!-
    rise il demone.
    -M-maledetto...- mi alzai faticosamente, mentre la Lama stregata cresceva sopra la ferita, curandola. Toccai la spalla di Margy con il braccio, trascinandola dietro di me.
    -Che essere inutile... -
    disse il demone sorridente, guardando la bambina
    -Hai anche coraggio di difenderla?-

    -Non è lei che ti interessa. Lasciala stare!-
    -Gli esseri inutili mi fanno solamente pietà...-

    -Corri... Nasconditi immediatamente- sussurrai a Margy.
    Il demone saprì, e comparve poco più lontano da me.
    L'odore era nauseante...
    Con un guizzo negli occhi, inquadrò Margy, e sorrise.
    Immediatamente, attaccai con Witchblade, e lo ferì di nuovo. Non che servisse a molto, poichè le vecchie ferite che gli avevo procurato, lo avevano indebolito ben poco.
    Lui in tutta risposta, mise la grande mano attorno al mio collo, e mi scaraventò di nuovo addosso al tubo, dove si era rifugiata Margy.
    Il demone, tastò la parte mancante del braccio, e, con la mano piena di sangue, l'allungò dentro il tubo, mentre Margy scappava invano.
    Urlando come una forsennata, lo attaccai ripetutamente, procurandogli solo leggeri fastidi...
    ...mentre lui continuava a ridere.
    La testa mi faceva male, e poco non ci mancava che perdessi ancora i sensi.
    Con uno scatto, mi avvicinai dall'altra parte del tubo di cemento, e trascinai la bambina verso me, mentre schizzi di quel demoniaco sangue, le bruciavano la pelle.
    Le presi in baccio, e corsi verso un luogo sicuro per lei. Non potevo continuare a combattere in quel modo...
    Margy continuava a piangere per il dolore, mentre quell'acido non la smetteva più di torturarla. Mi avvicinai ad una fontana, e cercai di toglierle il sangue.
    -E' così meravigliosamente divertente...-
    sorrise il demone.
    -Lasciami qui, Fanhir- disse debolmente la bambina, sorridendo -come fai a combattere contro di lui? Non puoi mica farti inseguire per sempre...- sorrise di nuovo.
    Non avevo altra scelta, se fosse uscito da quel parco, o comunque, non avrei risolto la questione stasera, non avrei mai osato immaginare che cosa sarebbe successo dopo. Quel demone, non aveva benchè minima intenzione di starsene in pace, come altri.
    Evocai la Lama Stregata, e corsi verso di lui.
    Velocemente attaccai, sfruttando il fatto che aveva un solo braccio, e puntando sulle ferite che già aveva; e soprattutto...
    Cercando di portarlo il più lontano possibile da Margy...
    In lontananza sentivo i continui singhiozzi della bambina.
    Non avevo previsto questo... Tutto questo non era stato previsto, maledizione!
    Sapevo dei pericoli che Margy ogni volta rischiava; poche volte veniva con me.
    Wellyan avrebbe dovuto fare più attenzione! Insomma, era praticamente scappata via di casa!
    Ma come diavolo facevo a pensare quelle cose in una situazione del genere!!!
    Saltai sopra il demone, e colpii ripetutamente la sua testa. Nonstante urlava come un forsennato per il dolore, non mostrava benchè minimo segno di indebolimento. Alzò il braccio per prendermi, ma velocemente mi scostando, colpendolo con Witchblade, mentre saltavo.
    Caddi a terra rozzamente, con la testa che continuava a tamburellare, mentre di sottofondo udivo le urla del demone e i pingistei, sempre più deboli, di Margy.
    Girai il volto per controllare la bambina, ma quell' attimo di distrazione, fece si che quel maledetto mi fece volare addosso alla statua al centro della fontana, dov'era situata Margy.
    -Vai... Vai dalla mocciosa! Guardala... Sarà l'ultima volta che lo farai!-
    rise, come un pazzo, il demone.
    Sentii nelle vene, Witchblade ribollire di rabbia. Mi rivestì meglio con la sua strana armatura, mentre urlava fortemente quel nome ossessionante, e procurandomi un grandissimo dolore, come se mi stesse letteralmente bruciando la pelle...
    Urlai a mia volta, e corsi verso il demone...
    Esso, in tutta risposta, rise di nuovo, e mentre lo stavo per colpire, sparì.
    Infine, un grido colmo di dolore.
    Mi bloccai, ansimando per la stanchezza, incapace di muovermi, di pensare a quello che stava accadendo dietro di me...
    Avevo maledettamente paura...
    -...Guardala...-


    ...

    Ricordo ben poco di quello che accadde subito dopo quel fatto.
    Ricordo un dolore indescrivibile su tutto il mio corpo, e Witchblade che gioia di quella trasformazione, mentre urlava come una pazza il nome del demone.
    'Syghren' 'Syghren' 'Syghren' 'Syghren' 'Syghren'
    Ricordo le urla mie e di quel demone, colme di ira e dolore. Tutti e due...
    Ricordo, infine, la pace.
    E, ovviamente, il risveglio, dopo cinque mesi, dal coma...

    - To Be CoNtInUeD -

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  4. .: LadyFanhir :.
     
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    So che è impedronabile... cry.gif
    ma... vabbè... ecco finalmente postata il continuo della missione!!!!

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    Arrivai silenziosamente nel luiogo dove il Syghren mi stava aspettando...
    Non avevo incontrato nessun ostacolo, se non qualche vampiro corrotto, utile solo per cibarsi. Il resto del viaggio, lo passai in compagnia di tristi ricordi.
    Vidi poco più lontano da me il maledetto, altezzarsi, sorridendo... bulrandosi di me.
    Lo chiamai sussurrando il disprezzante nome, e lui si voltò lentamente, quasi pregustandosi la sua scena di vittoria.
    -Syghren...-
    - Sarà l'ultima volta, che nominerai il mio nome... -
    Non persi tempo, ed evocai Witchblade, anch'essa carica di rabbia e gioia... ma anche di vergogna, per non essere riuscita a uccidere tempo addietro quello che sarebbe dovuto essere un gioco da ragazzi.
    Senza perdita di tempo, Syghren mi attaccò, evocando un proiettile cinetico infuocato, che prontamente schivai. Mentre lanciava altri proiettili, carcai di avvicinarmi a lui.
    Mentre stavo saltando per attaccarlo con Witchblade, egli allungò la mano e mi prese per la gola.
    Istintivamente piantai la Lama Stregata sul braccio, ma egli rise sarcasticamente.
    -Ricordi.... Quanti ricordi tristi e confusi che sento dentro te...-
    ironizzò.
    -B-bastardo...-
    Con rabbia, piantai più a fondo Witchblade sul braccio, e infine, lo tagliai.
    Caddi a terra, ma, per qualcje ragione strana, andai nel Regno Spettrale.
    -Che diavolo?!-
    -Hai visto che bel trucchetto ho imparato? Qui la tua stupida Lama non mi darà fastidio-
    Feci spalluccie: -Pazienza... almeno ho la mietitrice-
    Immediatamente, Syghren lancio un altro maledetto globo infuocato, e mi scaraventò vicino ad uno Sluagh.
    -Eh gia gia... devi nutrirrrti...-
    rise il demone
    -Avanti... è tutto per te-
    -Tks... te lo faccio ingoiare quello Sluagh-
    Stupido orgoglio...
    -Faresti bene ad ascoltarmi... non ti lascerò più scampo da questo momento in poi-
    sussurrò.
    -E perché... prima che facevi?-
    Scrutai per vedere dov'era posto un portale.
    Era poco più lontano da me, dietro una roccia; notavo quella aura blu.
    -Ci vediamo dall'altra parte, cocco-
    Purtroppo, senza Witchblade non avevo alcuna possibilità di ucciderlo; la mietitrice gli avrebbe procurato solo qualche grafietto.
    Corsi velocemente verso il portale, ma anche con un solo braccio, Syghren buttò il pugno a terra e provocò una piccola scossa, abbastanza da farmi inciampare a terra, vicino alla roccia...ero a due passi dal portale.
    -Non te ne vai da nessuna parte...-
    Si avvicinò a me, ed invocò un altro globo infuocato.
    Non sapevo come muovermi... mi sentivo in trappola.
    Colpì la sua gamba con la mietitrice, prima che stesse lanciando il globo, ma non sentii niente... come immaginavo.
    Istintivamente, come seconda possibilità, mi abbassai il più possibile, e il globo frantumò la roccia dietro di me.
    Non ebbi tempo di pensare ad altro, e mi lanciai verso il portale.

    Non era possibile...
    ...Nel Regno Spettrale è impossibile ditruggere cose materiali...
    Che razza di poteri aveva acquisito Syghren?
    Non ero al completo con le forze, ma non avevo assolutamente voglia di tornare nel Regno Spettrale...
    Almeno, non ero allo sfinimento.
    Vidi comparire il demone, poco più lontano da me.
    Il tempo di un respiro, e subito corse verso di me per attaccarmi. Evocai immediatamente la Lama Stregata, e parai il suo colpo. Egli in risposta spostò il piede, e cercò di colpire con un calcio, che prontamente saltai.
    Ad un'altezza adeguata, colpii ancora con Witchblade, che raggiunse il suo petto. Trascinai la Lama lungo il suo corpo, fino a quando non toccai terra.
    Syghren presentava una mostruosa ferita, ma le sue forze non sembravano avergli abbandonato, e così, non appena atterrai, mi diede un fortissimo pugno, che mi fece scaraventare lungo la landa, per qualche metro.
    Il territorio, nostro campo di battaglia, era piuttosto vasto; presentava pochissimi ostacoli, come piante, roccie, ma si interrompeva bruscamente con due burroni ai nostri lati. Uno cadeva verso la Cattedrale, appena sotto di noi, mentre l'altro burrone era affacciato sopra un piccolo villaggio, a quanto sembrava.
    Atterrai poco più lontano dal burrone che affacciava il villaggio.
    Ora ero decisamente priva di forze...
    Mi alzai in piedi, e decisi di andare nel Regno Spettrale; non potevo combattere ridotta com'ero...
    Feci gesto di andare nello Spectral, ma...
    ...niente si mosse!!!
    Feci ancora gesto, ma non successe niente...
    Che diavolo stava succedendo!!!???
    Dovevo avere un'espressione da idiota, tanto che Syghren rise più forte del solito.
    -Che te ne pare? Ti piace il mio trucchetto? Sono io il padrone!!!!-
    farneticò come un pazzo
    -Con questo mio nuovo potere, posso decidere io!!! Posso governare il Regno Spettrale!!!! E tra poco governerò anche tutti i piani!!!!!!!Wahuwhauhuahuwhuauhwuhauwhuahuwhuahuwhauhw!!!!!-
    era in preda alle convulsioni, da quanto rideva.
    -...idiota...- cercai di mostrarmi calma, ma avevo il terrore che scorreva lungo le vene.
    L'unica soluzione che balenò nella mia testa, era quello di suicidarmi (ah, però!), così da andare immediatamente nel Regno Spettrale, ma Syghren me lo avrebbe impedito, lasciandomi agonizzare nel Materiale.
    Il demone, impaziente di gustarsi la sua vittoria, corse verso di me, ancora ridente, ed evocò un'altra palla di fuoco.
    A due passi da lui, lo schivai, ed egli si fermò appena in tempo per non cadere dal burrone.
    Evocai il Glifo della Roccia. shifty.gif
    Non gli provocai ferite, ma bastò quella scossa per farlo cadere dal burrone.
    Cadde rovinosamente su una casetta situata in fondo ad esso, col risultato di aver ucciso un'intera famigliola di contadini.
    Avrei dovuto tenermi il peso maledetto sulla coscienza, per il fatto di aver ucciso innocenti, ma ero talmente terrorrizzata dell'idea di non riuscire a passare all'altro Regno per sfamarmi, che non c'era altra possibilità.
    E poi, meglio un morto oggi che un demone impazzito domani, no?
    Mi lanciai velocemente dal burrone, e atterrai poco più lontano dalla casetta in rovine.
    Mangiai immediatamente le anime, che bastarono a mettermi le forze necessarie per combattere ancora per un pò...
    -Quelle anime innocenti saranno un grandissimo peso sulla tua coscenza, mietitrice! -
    rise Syghren.
    -Ma sta zitto, idiota!-
    Egli in tutta risposta, cerco di scaraventarmi addosso una palla di fuoco.
    Prontamente saltai in direzione della casa, e mi nascosi fra le sue rovine.
    -Debole essere che non sei altro! Esci da lì e combatti coraggiosamente!!!-
    Non mi interessava come la pensasse.
    In quel momento stavo raccogliendo il sangue da una delle vittime. In futuro, mi avrebbe servito.
    Ancora nascosta, spostai le vittime in un posto sicuro.
    Syghren urlava come un forsennato, e parlava di vigliaccheria ed onore.
    Proprio lui...
    Stupido, maledetto di un demone!
    Attaccai la sacca, ora piena di sangue, alla cintura, e corsi immediatamente sul punto più in alto della casa in rovine.
    Cercai di fare il meno rumore possibile, Syghren non doveva assolutamente vedermi, anche se ne fiutava la mia presenza.
    Egli continuava ad urlare alla casa, non muovendosi minimamente.
    Neanche un idiota in piena regola avrebbe fatto questo...
    Il alto, mi accorsi che il demone non si era ancora accorto della mia presenza.
    Tanto meglio.
    Evocai due globi elettrici, e li scaraventai verso lui, ancora distratto.
    Colpirono in pieno la testa, che rischio seriamente di staccarsi dal corpo e le gambe, che cedettero con un rumoroso crack, nella caduta.
    Le ginocchia del mostro, mentre cadeva, colpirono una roccia dietro di lui.
    La roccia si frantumò, ma sentii comunque che qualcosa di rotto c'era.
    Mai fui felice di quel momento.
    Mi nascosi nuovamente, nella casa, sentendo ora Syghren imprecare, e minacciare di mandarmi all'inferno fra i servigi dei suoi colleghi...
    Ero talmente piena di adrenalina per quello che stavo facendo, che una frase del genere non mi scostò minimamente.
    Tracciai, col sangue, le rune, ed evocai le vittime.
    In quel momento, una palla di fuoco distrusse una parte del soffitto, ed istintivamente, mi lanciai verso due dei morti, per proteggerli, e li spinsi violentemente lontano.
    Caddero rovinosamente, ma poi si rialzarono con la solita lentezza degli zombie, e mugugnarono qualcosa.
    Ordinai a loro di aspettare, sino a quando non ebbero sentito un mio segnale, ed ordinai a loro di bloccare in qualche maniera il corpo di Syghren.
    Avevo milioni possibilità di perdere... ma poco mi importava.
    Ero talmente sicura del mio piano, che non scorsi benchè minimo problema.
    Feci cenno ai morti viventi, e corsi fuori dalla casa, verso Syghren.
    Altre imprecazioni mi avvolsero.
    Risi.
    -Ora che sei nei guai, vuoi farmi morire con quelle parole?-
    Il demone si alzò a fatica, con una gamba ceduta, e l'altra in procinto di spezzarsi.
    Evocai la Lama Stregata, e colpii in pieno la gamba un poco sana.
    Egli cedette del tutto, e mi mandò nel Regno Spettrale.

    Imprecai.
    Il piano non doveva andare così.
    Cercai immediatamente un portale, ma l'unico che vidi fu sopra la mia testa, dov'era situato il burrone.
    Imprecai più forte.
    Se Syghren si fosse diretto verso la casa, in qualche modo, o comunque se vedeva gli zombie, era tutto finito.
    Essi mi erano dannatamente utili.
    Corsi e mi arrampicai più veloce che potessi sopra il burrone, non prima di aver ammazzato due sluagh vicini a me, e sfamarmi delle loro anime.
    Ritornai nel Regno Materiale, ma scoprì che non riuscivo.
    Avevo una voglia matta di piangere!!! cry.gif
    Quel dannato demone... che razza di potere aveva acquisito???!!!!
    Provai milioni di volte a ritornare nel Materiale, e solo dopo la un'eternità, ci riuscii.
    Quando allora mi affacciai dal burrone, contastai che gli zombie erano saltati addosso a lui, ed ovviamente non poteva più pensare a me.
    Per una volta, fui contenta che essi non mi avessero ubbidito, ma subito dopo, imprecai amaramente.
    Dovevo stare più attenta ed imporre meglio il mio rispetto verso coloro che evocavo...
    Scesi dal burrone, ed poco piùà lontano da Syghren, mi lanciai evocando la Lama Stregata.
    Egli riuscii a liberarsi degli zombie, scaraventandoli lontano.
    Non sentivo più il potere che avevo su di loro.
    Un vero peccato, ma non non ci badai molto, poichè in quel momento ero intenta a far penetrare Witchblade nelle viscere del demone.
    -Ancora questa morte?-
    rise, ma subito dopo, un'espressione dolorosa mascherò il suo volto ridente.
    -Non sottovalutare la mia amichetta Metryal!-
    Ora, nell'aria, si sentiva solamente Syghren urlare di dolore. Un dolore molto più forte dell'altra volta, poichè Witchblade (Metryal), non perdona coloro che la sconfissero, e soprattutto, non perdona mai se stessa in un proprio fallimento, e ciò, la fa risultare dannatamente forte.
    L'aria era impreganata dell'odore di carne bruciata e sangue...
    E di cenere...
    Di Syghren non resto nient'altro che l'anima, prova definitiva della sua morte.
    Affamata, e carica di vendetta, mi sfamai con essa.
    Sorrisi.

    -- ThE EnD --
     
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    LA FOLLIA DI XADO

    CITAZIONE
    Tratto dalle cronache di Xado
    Il vampiro con sembianze normali estrasse la sua spada, cominciò la lotta. Le due lame scintillavano e e stridevano sotto i colpi ma nessuno di noi due mollava, mentre il ragno guardava compiaciuto. Nel silenzio della torre il rumore delle due spade che si toccavano era come un urlo di guerra. Finchè riusci a impalarlo e lui fece lo stesso con me. Stavamo per soccombere, quando lui mi disse “Sei forte cavaliere, qual è il tuo nome.”lo guardai mentre perdevo energia e dissi “Xado”.
    Al sentire quel nome il ragno urlo “No non puo essere vero, Xado di Coorhagen? Lo stesso che sterminava i vampiri finchè lui stesso ne è diventato uno di loro?”
    “Mi ... conosci ... .” Dissi a fatica
    “Hahahaha che fortuna inaspettata io sono Gilandros il tuo amico ricordi? Quando ataccammo Coorhagen io riuscì a salvarmi e nel cercarti ho visto la tua fuga dalla tua casa in fiamme, ti ho visto mentre ti dissolvevi pensai che i cacciatori di vampiri ti avessero bagnato, entrai nella tua casa vidi i tuoi genitori morti, li avevi uccisi tu” sentivo il mio cuore a pezzi “poi senti un vagito e vidi tuo fratello...” lo guardai stupefatto e dissi “Mio fratello?” “Si Xado, tuo fratello...l’avevi morso ma non lo avevi ucciso. Hahaha che ironia della sorte”. Mi ci volle un attimo per capire cos’era successo guardai il vampiro che avevo impalato era svenuto tolsi subito la spada e scivolo per terra. Il ragno riprese”i due fratelli che si uccidono che bel dramma hahahaha” mi sentivo a pezzi, mio fratello era ancora vivo e io gli avevo inferto la maledizione del vampirismo.

    CITAZIONE
    Tratto dalle cronache di Asgarath

    -Così, alfine ci rivediamo, vero, Xado... Quanti secoli saranno passati dal nostro ultimo incontro? E ora…Finalmente,sei alla mia mercé! Non mi sfuggirai stavolta! -mi disse il maestro con la sua orrida voce.
    Lo zephonim si avvicinò e mi scrutò con i suoi otto occhi compositi.
    - Ma... Frena un attimo.Tu...TU NON SEI XADO! Che storia questa! -strepitò il maestro.

    [...]

    A -voglio sapere che ne è di Xari,il fratello di Xado.
    G -Perché ti interessa tanto?
    A -Perché Xado è un mio amico! E se ricordi ancora qualcosa di cosa significa questo sentimento e di quello che era Xado per te prima della morte glielo devi. Avete condiviso lo stesso fato, dopotutto!
    Gilandros rimase in silenzio per molto tempo, poi sospirò.
    G -Xaari... Non lo vedo più da molti secoli ormai. Dopo la battaglia di Uschtehneilm era rimasto con me per un certo periodo, fino alla guarigione delle sue ferite. E avevo anche continuato a istruirlo sui pregi della Nonvita. Ma poi se ne andò. Non so che fine abbia fatto, né se sia vivo o se i sarafan l’abbiano preso.. Mi spiace. Anche volendo,non posso aiutarti, soddisfatto?

    [...]

    CITAZIONE
    Tratto dal diario di Xari recuperato da Xado
    Sono passati due anni da quando mi sono scontrato con lui, da quel giorno tutto è cambiato!
    Ho scoperto che parte dell’anima dei miei genitori risiede in me, grazie a loro ho scoperto chi ero e chi sono. Molte volte mi hanno chiesto di abbandonare la vita sanguinosa che faccio, molte volte mi hanno chiesto di entrare a far parte della stessa organizzazione di colui che mi ha reso cio che sono.
    Ma sento che non riuscirei a rivederlo, il rancore è ancora troppo forte e sento che per ora quella non è la mia strada.
    Ho deciso che me ne andrò. Viaggerò da solo andrò alla ricerca della mia strada.
    L’unico mio problema è Gilandros, da quando ho avuto quello scontro non mi lascia un attimo sempre sotto scorta, sempre sott’occhio. Lui l’ha sempre saputo chi fossi e io sono solo lo strumento della sua vendetta.
    Ho deciso domani notte scapperò non so dove mi dirigerò ma per ora basta con il sangue di innocenti, mi nutriro di sangue degli animali, basta uccidere!
    Ancora le loro voci.... Mamma e Papà che mi chiedono di cercarti fratello mio ... ma il rancore è sempre troppo forte.

    ...

    La pagina dopo era bianca, non aveva più scritto, le ultime sue parole erano di rancore verso di me. Le fredde mura della mi stanza sembravano richiudersi in me. Dev’essergli successo qualcosa da allora, guardai il mio braccio destro, svanita ... era svanita. L’arma inseparabile di un mietitore è svanita. La Reaver compagna di molte avventure, la cui anima era parte di quella dei miei genitori è svanita, poteva solo esserci un'unica spiegazione: non l’avevo trovato in tempo ... Mio fratello è morto!
    Dolore, rabbia, frustrazione e poi l’oblio.

    CITAZIONE
    Da qualche parte nella foresta di Termogent
    “Hey Coral hai sentito?”
    “Non ho sentito nulla e lasciami dormire ”
    “Non hai sentito le storie di questa foresta? Dicono che vivano i demoni”
    “Si come no... di agli altri due che ci fermiamo e riposiamo”
    Scal scese dal carro e si fermò nel buio della notte vidi due luci rosse scarlate dietro un cespuglio.
    “CoraAAAAL!!!”
    Coral scese dal carro
    “Che hai da gri...o mio dio”
    La scena era raccapricciante un demone nero con gli occhi accesi di una luce rossa stava squarciando il petto di Scal vide un strana forma verde uscire dal corpo dell’amico, lancio un grido: era l’anima di Scal; il demone la divorò.
    “Aiut...”
    Ma non fece in tempo a finire che il demone l’aveva preso alla gola, rischiarati dalla luna i lunghi artigli affilati erano lordi di sangue.
    Con voce profonda e oscura il demone disse “MORTE”.

    Chiusi gli occhi e poi li riapri. Rimasi senza fiato non ero più alla cattedrale, ero in un bosco e attorno a me c’era morte.
    Una carovana distrutta e i quattro umani barbaramente uccisi.
    “Che diavolo è successo” mi ritrovai a dire mentre mi chiedevo come fossi arrivato li.
    PLIC
    Una goccia bagno’ il terreno sotto di me, guardai la macchiolina e vidi che era colata dai miei artigli. Avrei vomitato se avessi potuto perché essi erano lordi di sangue.
    Mi inginocchiai
    “Che ... che cosa ho fatto??” dissi disperato.
    Di nuovo il buio.
    Ripresi i sensi dopo non so quanto tempo, era giorno inoltrato; mi alzai disorientato non riuscivo a capire dove fossi.
    Poi mi accorsi che poco distante da me c’era un tumulo.
    “Forse inconsciamente sia arrivato nel tumulo dov’è rinchiuso Gilandros?” mi chiesi fra me e me.
    Entrai nel tumulo, mi guardai attorno e un antico specchio catturò la mi attenzione. Non era l’oggetto in se a interessarmi ma cio che vedevo specchiato: ero io ma allo stesso tempo non lo ero.
    Occhi scarlati, pelle nera e le mie stesse fattezze. Mossi una mano e questi la mosse all’unisono con me.
    Ero veramente io?
    “Ti piace il tuo nuovo aspetto?” disse l’essere nello specchio
    “Chi sei tu?” dissi impaurito
    “O... non devi avere paura, non mi riconosci? e si che io e te siamo grandi amici si può dire ... ihihi ... amici inseparabili”
    “Non ti ho mai visto” percepivo un enorme pericolo.
    L’essere fece una faccia seria “Avanti ora ... dobbiamo farla pagare a quel bastardo di un ragno” e svanì lasciando la mia immagine riflessa.
    Sentivo che stavo correndo un pericolo ma non so perché non me ne preoccupavo, non avevo ansia o paure sembrava che quell’essere avesse acquietato il mio spirito.
    Passai al regno spettrale.
    G”Guarda guarda abbiamo visite... a quanto pare è ora di pranzo”
    L’antico aspetto ragnoide del mio vecchio compagno d’arme era stato sostituito da uno più consono al regno spettrale: l’anima era avvolta da una sorta di mantello, ora era uno sciacallo d’anime. Ammetto che ho sempre pensato che i vampiri che si adattano al regno dei morti siano molto simili a noi mietitori anche se essi possono tornare nel regno dei vivi solo tramite il loro corpo.
    Gilandros tentò di attaccarmi ma lo evitai facilmente.
    X”E’ cosi che dai il benvenuto ai vecchi amici”
    Il vampiro si fermò
    G”Guarda un po chi abbiamo qui. Il grande mietitore Xado, scommetto che quell’altro demonietto blu ti ha detto di avermi rinchiuso qui.”
    X”Non perdiamoci in futili discussioni sono qui per mio fratello e pretendo delle risposte o assaggerai la mia ira” sentivo montarmi dentro una ira incontrollabile e sentii il furore che man mano avanzava nel mio corpo.
    G”Vedo che gli anni ti hanno cambiato .. hehehe... non solo fisicamente ma anche caratterialmente”
    Mi guardai e vidi che mi ero oscurato, il mio corpo era nero.
    Afferrai Gilandros rabbiosamente e minacciandolo con l’artiglio dissi
    “So che alcuni anni fa Xari voleva fuggire da te, ho trovato il suo diario. Dov’è andato? Ti consiglio di rispondermi”
    G”Hehehe pensi di farmi paura su avanti divorami che aspetti.”
    Infilai l’artiglio nella sua anima e vidi che iniziava a perdere energia.
    X”Dov’è?”
    G”Ugh ... non lo so”
    “MENTE” senti un voce ... quella del demone di prima
    X”Sentito il nostro amico dice che stai mentendo”
    Vidi la paura accendersi negli occhi di Gilandros
    G“Sei pazzo io non ho sentito nulla qui ci siamo solo io e te”
    Tolsi l’artiglio
    G”Sai comincio a pensare che infondo tu non sia tanto diverso da me ... guardati sei corrotto fino al midollo ... e questo che fa la tua preziosa alleanza ? ”
    Gli occhi si accesero di rosso dalla rabbia, gli detti due artigliate
    G”Hehehe quanta rabbia e sia .... Voglio vedere la tua furia dopo quello che ti dirò”
    Lo guardai perplesso
    X”Non hai paura di cessare di esistere”
    G”che importa ormai sono in questa prigione da un sacco di tempo.”
    X”Avanti parla”
    G”Come hai detto tu Xari progettava di andarsene, ovviamente non potevo permetterlo. Lui era la mia garanzia” lo guardai perplesso “Si, devi sapere che ci era giunta notizia che eri entrato tra le file dell’alleanza e questo giocava a mio sfavore ma se mai voi ci aveste attaccato avrei avuto il tuo fratellino come ostaggio”
    La mia ira crebbe
    “Purtroppo riusci a sfuggirmi e detti l’ordine ad un gruppo di zephonim scelti di prenderlo anche a costo di .. ucciderlo. Ne torno’ uno solo dicendo che tuo fratello si era gettato nella lava di un vulcano”
    Ero in preda all’ira
    X”Bene ... ed ora preparati”
    G”Sono pronto ho avuto la mia vendetta”
    X”Gia ma a che prezzo ... ora avrò la mia ”
    G”che intendi”
    X”Sappi che ti conveniva rimanere rinchiuso qui perché ti aspetta un oblio peggiore della morte stessa”
    Vidi la sua paura, sentì che era la decisione sbagliata. Gilandro avrebbe scontato la sua condanna su quel limbo.
    Improvvisamente come se qualcuno mi tirasse indietro non riusci più a muovermi. Il mio corpo si muoveva da solo. Mi vidi mentre divoravo Gilandros e gridai con tutte le mie forze di non farlo.
    Il mio corpo riprese materia e si fermo nello specchio. Questa volta erano le mie fattezze normali ad essere specchiate. Guardai giu verso il mio corpo ed ero ancora nero.
    “Meritava l’oblio della ruota”
    “Ancora tu perchè hai preso possesso del mio corpo, Gilandros doveva scontare la sua pena in quel limbo”
    “Hahaha sei troppo tenero per questo tutti gli esseri che ti ronzano attorno prima o poi fanno una brutta fine.”
    “Chi sei tu?”
    “Vuoi il mio nome? E’ Odax ”
    “Odax perché mi perseguiti”
    “Non lo capisci eh! ... ma non importa ormai, prenderò il controllo.”
    Si fece di nuovo buio.
    Odore di sangue... odore di morte.
    M risvegliai, ero disteso a terra, sentivo che ero bagnato.
    guardai attorno, un campo nomadi distrutto... tutti morti.
    Ero fradicio di sangue.
    Levai le braccia al cielo e gridai
    “NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!”

    Edited by Respen - 8/5/2009, 12:44
     
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    Sentii il suo urlo. Sentii il suo dolore.
    Quando giunsi, Xado aveva appena terminato il suo grido di disperazione.
    Se ne stava in ginocchio col capo chino e le braccia debolmente appoggiate al suolo, come incapace di percepire il mondo, affranto e inerme di fronte allo spettacolo di morte che, sapeva, lui stesso aveva causato.
    Osservai la desolazione di quel luogo e fui sopraffatto da un moto d’ira nei suoi confronti. Ma quando lo guardai e lo vidi ricoperto di sangue, capii.

    Trasportai Xado alla Cattedrale dell’Anima e lo deposi su un giaciglio in una delle sale interne e nascoste del complesso. Attirai qualche anima e lasciai che il Cavaliere si sfamasse.
    Dopo qualche tempo parlai.
    “Xado, la tua mente è sconvolta da oscuri fantasmi. Non parlare, limitati ad ascoltare.
    Ciò che ti sta accadendo è frutto del tuo passato e avrà pesanti ripercussioni sul tuo futuro. Che cosa cerchi alla Cattedrale dell’Anima? Quali sono i tuoi scopi reconditi?”
    Mi avvicinai lentamente al Mietitore, misurando i passi con cautela.
    Improvvisamente Xado sgranò gli occhi e vidi il suo aspetto mutare. Un ghigno strano e un’espressione truce gli comparvero sul volto. Mi guardò fisso negli occhi e fece per parlare, ma non gliene diedi il tempo. Lo stordii con un rapido attacco alla sua ormai debole mente.
    Allungai le mani attorno al suo capo.

    Addentrandomi nella sua mente vidi la lotta delle sue personalità.
    Su una distesa d’erba gialla con i Pilastri sullo sfondo, lo Xado che tutti conoscevano, che tutti avevano imparato ad amare, sotto forma di pulviscolo e vapore, e lo Xado nero, Odax, antitesi del primo, sotto forma di una densa e scura coltre nebbiosa, lottavano strenuamente cercando di prevalere, ognuno a modo suo. A tratti Odax prendeva il sopravvento, avvolgendo la nuvola di vapore e costringendo Xado a ridursi a poco più che uno sbuffo di polvere. In quei brevi momenti l’atmosfera si faceva più cupa e opprimente e l’erba mutava in terra con rivoli di sangue a bagnarne la superficie. Altre volte era la nebbia scura, Odax, a dover soccombere alla forza dissipante del pulviscolo e in quei casi la terra insanguinata tornava morbida pianura e l’aria si distendeva.
    E questa lotta proseguiva ininterrotta e rapidissima: il mutar di condizione si rifletteva nel battito d’un ciglio, continuo cambiamento e lotta d’uno spirito inquieto.

    Oltrepassai il primo stadio, quello del conflitto superficiale, e mi addentrai in profondità, alla ricerca del mio obiettivo.
    Vi giunsi in breve tempo. Trovai ad aspettarmi la manifestazione mentale di Xado, che mi guardava con occhi apprensivi.

    “Ascoltami attentamente, ora. Questo tuo lato oscuro è parte di te, Xado. Tuttavia questa presenza opprimente che ora senti incombere sul tuo essere è pronta a sopraffarti e farà di tutto per liberarsi dalle catene che ora cercherai di imporle. Ricorda: ciò che tu ami, ella denigra. Ciò che tu aneli, ella disdegna. E ciò che tu aborri, ella apprezza.
    Ti guiderò alla scoperta della completezza della tua essenza. Sii cauto, però. Io potrò solo aprire la porta e indicarti la via. Starà a te varcare la soglia e proseguire lungo il cammino. Ciò che troverai, nessuno può dirtelo. Solo quando emergerai dal sonno che ti ho indotto saprai davvero chi sei. Sarà un cammino insidioso. Sarai messo alla prova e potresti anche fallire. Ti senti pronto?”

    Non giunse risposta, solo un lieve cenno d’assenso.

    “Bene, allora. Comincia il confronto.”

    Uscii dalla sua mente ma rimasi a vegliare dall’esterno. Qualunque cosa fosse successa, volevo essere presente al suo risveglio.

    LDR: da 2 a 5
     
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    Respen “ Io potrò solo aprire la porta e indicarti la via. Starà a te varcare la soglia e proseguire lungo il cammino. ”

    UNA PROMESSA DA MANTENERE

    Conoscenza
    Aprì gli occhi… li richiusi …. E li apri nuovamente.
    Una densa nebbia mi avvolgeva, cercai di capire in che posto mi trovavo ma soprattutto cercavo di ricordare come ci fossi finito.
    “C’è nessuno?”.
    Silenzio, nessun rumore.
    Cominciai a camminare, non sapevo dove ero diretto ma l’istinto mi diceva di andare avanti, qualunque direzione era quella giusta.
    Una voce limpida e cristallina, innocente e giovane:la risata di un bambino.
    Rimasi immobile mentre percepivo che si stava avvicinando.
    “Chi sei?” disse la voce e intravidi la sagoma di un bambino,
    “Ciao bambino sapresti dirmi dove ci troviamo?” dissi evitando molto scortesemente di presentarmi.
    Si avvicino e finalmente lo vidi, capelli lunghi e castani, due occhi azzurro-verdi, sembrava impaurito, ma nonostante tutto mi rispose con una calma innaturale.
    “Non hai risposto alla mia domanda!”
    “Nemmeno tu alla mia”
    Diversi minuti di silenzio passarono e ci osservammo attentamente. Poi si mosse e mi prese per mano.
    “Vieni, ti sei sicuramente perso devi trovarti”disse.
    Il suo sorriso mi scaldo il cuore non capivo il perché e nemmeno il senso della sua frase.
    “Bambino come ti chiami?”
    “guarda” e mi indicò un ruscello
    “Ma da dove è sbucato?” dissi meravigliato, ma il bambino non si scompose e mi incitò a guardare.
    Mosso dalla curiosità guardai sul ruscello e invece di vedere la mia immagine riflessa vidi una strana scena.
    Come se guardassi su di una finestra vidi una casa molto accogliente e una famiglia:

    l’uomo prese in braccio un bambino che doveva essere nato da poco e inizio a ridere
    “ha ha ha ecco qui il mio ometto … hahaha diventerai forte come il tuo papà” diceva, sentì un tuffo al cuore ma non capivo perché.
    Arrivo la donna “Su su caro mettilo giù che devo allattarlo” prese il neonato in braccio
    “Su su tesoro della mamma è ora della pappa”
    Il padre si avvicino “Ma guarda il mio piccolo Xado! quanta fame hai? hahahaha”


    L’immagine si dissolse.
    “Che significa? Che razza di stregoneria è mai questa?” dissi impaurito
    “Non eri li? Non ti sei ancora trovato?” disse triste il piccino
    “Ma che diavolo stai dicendo io sono qui e sto solo cercando di capire dove mi trovo”
    Il bambino abbassò la testa, mi prese per mano e mi porto ancora piu avanti ora il ruscello si era ingrossato e mi indicò di guardare.
    Continuavo a non capire il motivo di queste visioni ma guardai ugualmente.

    Vidi quel bambino che correva allegro per le vie di un villaggio, si fermo davanti ad una porta e chiamo a gran voce
    “Nonno sono io Xado aprimi”
    Un vecchio apri la porta, quando vide il piccolo gli occhi gli si illuminarono
    “Ho ho ho sei venuto a sentire qualche altra storia?”
    “Si nonno! Raccontami di quella volta che tu e i tuoi compagni avete sterminato un nido di melchiahim”
    “Ma non ti faceva paura quella storia?” disse ridendo
    “Io non ho paura perché un giorno sarò un grande e valoroso guerriero come te nonno, e sterminerò tutti i vampiri”
    Il vecchio abbraccio affettuosamente il nipote e disse “Non si può essere uomini valorosi se si causa morte per il gusto di farlo o per odio, ma solo se si è costretti per difendere i propri cari, ricordati che bisogna rispettare tutti gli esseri che abitano la nostra bellissima terra anche se questi sono esseri rozzi e sanguinari, un grande guerriero è chi sa mettere il cuore prima della lama”.
    “Allora Nonno io diventerò un cacciatore di vampiri per proteggere le persone che amo”


    L’immagine si dissolse.
    “Allora ti sei trovato?” disse il bambino
    “Tu sei quel bambino, sei Xado, giusto?”
    Ed egli annui
    “Questi sono eventi passati?”
    Annui nuovamente
    “Perché me li mostri?”
    Mi guardò serio
    “Rispondimi per piacere”
    Il bambino sorrise e disse “Ci devi arrivare da solo”
    Mi fermai a pensare, tutto ciò che avevo visto da e quel bambino cosi strano e cosi familiare…. Anche ciò che ho osservato era stranamente familiare.
    Sentì dentro la mia testa nuovamente la voce del bambino “chi sei?”, non avevo risposto!
    Chi sono? Improvvisamente mi accorsi di non sapere nemmeno il mio nome.
    Guardai il bambino impaurito.
    “Cominci a capire?” disse con un sorriso benevolo
    Non risposi.
    Che ci fa un bambino in un luogo come questo, perché mi ha mostrato quelle cose… mi guardai le mani… rimasi esterrefatto, la nebbia che circondava quel luogo proveniva da me, era come se fossi fatto di nebbia, non riuscivo a distinguere le mie forme.
    Il bambino capì che stavo perdendomi nel panico.
    “Calmati! E ragiona, perché non sai chi sei e non hai forma?” disse
    Lo guardai
    “perché devo trovarmi?”
    Annui
    “Ma forse…” capì il motivo per cui mi aveva mostrato quei ricordi
    “… io sono te… Io sono Xado” dissi, e capi che l’avevo sempre saputo.
    Il bambino sorrise “Si, ma devi ancora fare tanta strada per comprendere chi sei e il motivo di questo viaggio”
    La nebbia si dissolse, e assunsi le sembianze del bambino. Non so come ma senti un moto di commozione ad avere questo aspetto.
    Decisi che avrei seguito il ruscello forse avrei trovato una via d’uscita.
    Man mano che procedevo il ruscello si ingrandiva e sentivo i suoni provenire dai ricordi specchiati sul fiume, uno in particolare attrasse la mia attenzione.


    Stavo giocando con altri miei coetanei a cacciatori e vampiri, stavamo inscenando una battaglia, quando un bambino che impersonava il capo dei vampiri mi saltò addosso e iniziò a prendermi a pugni.
    “Basta Gilandros mi arrendo mi arrendo” gridai disperato ma egli non si fermava.


    Poi all’improvviso si girò e mi guardò attraverso il ruscello.
    La cosa mi impauri sembrava proprio che mi fissasse ma se era un ricordo come poteva vedermi?
    Gli occhi del ragazzino cominciarono a spruzzare lampi di luce rossa. Protese la sua mano verso di me e con un movimento fulmineo mi agguantò il collo.
    Iniziai a soffocare e vidi con orrore che la mano del ragazzino non era più umana ma era quasi scheletrica e aveva al posto delle dita degli artigli affilatissimi.
    Emerse in tutta la sua forma , alto e magro tutto nero con gli occhi che sprizzavano bagliori rossi.
    Provai una paura indicibile , mi avvicinò alla sua faccia e disse
    “Il tuo viaggio termina qui non ti permetterò di andare oltre”
    E cominciò a stringere sempre di più, ormai l’aria non andava più nei polmoni e la vista si stava offuscando.
    Chiusi gli occhi e li riaprii, senti la gola libera. Era per terra e davanti a me c’era un altro demone, uguale a quello di prima ma i suoi colori erano bianco azzurri e sentivo dentro di me che potevo fidarmi, quasi un istinto antico, mi sentivo protetto.
    Si girò verso di me “Prosegui il tuo viaggio penserò io a lui” e vidi l’altro demone alcuni metri più avanti che si teneva il braccio e sprizzava rabbia dagli occhi.
    “Chi sei?” chiesi
    “Ora non ha importanza sono un amico, vattene subito non so per quanto potrò fermarlo”
    Iniziai a correre a perdifiato e mi girai solo un secondo giusto in tempo per vedere i due esseri che perdevano la loro forma e si trasformarono in due nubi una rossa e una blu, iniziarono a scontrarsi.
    Lo shock fu forte e inciampai; rotolai per qualche metro e finì dentro il ruscello.

    Promessa
    Aprì gli occhi., vidi l’allontanarsi della superficie ma non stavo affogando, era come se nell’acqua potessi respirare.
    Mi guardai attorno: il ruscello era immenso, eppure da fuori era impossibile da immaginare che fosse cosi profondo.
    Molte bolle vi fluttuavano, in esse era contenuto un ricordo … un mio ricordo.
    Non mi muovevo e continuavo la discesa.
    “Che cosa ci fai qui?” disse una voce di donna
    Guardai attorno ma non vidi nulla.
    “Non lo so” risposi
    “non puoi rimanere qui fermo devi continuare” disse la donna
    “Chi sei?” chiesi
    “Tu sai chi sono, non mi hai mai dimenticata lo so. Perché io sono sempre con te” disse dolcemente
    Chiusi gli occhi, quella voce mi dava molta pace e allo stesso tempo sentivo in me un sentimento antico e che percepivo assopito da tanto tempo.
    “Si amore mio, sento che il tuo cuore mi riconosce” disse la donna
    Una bolla si accosto a me.

    Un uomo saliva correndo una collina, capelli castani e occhi azzurro-verdi, aveva il fisico possente sicuramente era un guerriero.
    “Sapevo di trovarti qui” disse il giovane
    Una donna dai lunghi capelli dorati e ricci comparve seduta su un prato.
    “Sai che mi piace riposarmi qui tra una missione e un altra” disse e si girò verso l’uomo, cosi vidi i suoi bellissimi lineamenti, vestita quasi come un uomo ma nei suoi movimenti dimostrava molta femminilità.
    Apri gli occhi e sorrise, e vidi due splendide perle nere ed il suo sorriso sembrò riscaldare tutto l’ambiente.
    Guardai il giovane uomo, i suoi occhi erano accesi di un luce d’amore.
    “Vieni qui ti devo mostrare una cosa” disse allegro l’uomo e prese la donna in braccio
    “Accidenti a te Xado sei sempre il solito irruento, non lo sai che una donna va trattata gentilmente” disse divertita.
    “Avanti Sofia non fare la difficile vedrai che ti piacerà” disse Xado.
    I due scesero la collina e seguirono un sentiero fino alla cascata.
    “Come sta tua madre? so che fra non molto nascerà il bambino” disse Sofia
    “nervosa e lunatica come tutte le donne incinte” disse ridendo “Sai abbiamo gia scelto il nome se sarà femmina la chiameremo Xalya mentre se sarà maschio si chiamerà Xari ” disse Xado fieramente
    “Fammi indovinare il nome Xari l’hai scelto tu giusto?” disse dolcemente la donna
    “Esatto è un bel nome nel nostro dialetto significa Altruismo”
    “Gia spero che lo diventi… infondo con te ha funzionato giusto?”
    “Si ora sono un cacciatore di vampiri e vi proteggo tutti”
    “Caro il mio Xado tu non proteggi tutti, per esempio io non ho bisogno della tua protezione”
    A Xado scomparve il sorriso dalla faccia
    “Il mio nome significa colui che protegge” si avvicinò alla donna e le prese le mani “la mia vita è dedicata alla protezione di tutti gli esseri indifesi e delle persone ….” La guardò teneramente negli occhi “… che amo”
    La donna arrossì e distolse lo sguardo
    “Allora tu ci proteggerai tutti?”.
    “Si lo prometto”dissi con una luce fiera negli occhi
    Continuarono per il sentiero senza dirsi nulla.
    “La cascata era qui che volevi portarmi” disse la donna con un sorriso
    “Si ti ricordi è qui che venivamo da piccoli a giocare e la grotta dietro la cascata era il nostro nascondiglio segreto”
    “Si da quanto non venivamo qui”
    I due entrarono nella grotta.
    “Non è cambiato nulla vero?” disse la donna
    “Sofia …. Non siamo venuti qui per ricordare il passato”
    La donna si girò verso Xado con aria interrogativa
    “C’è un motivo se ti ho portata qui” continuò imbarazzato “Ecco vedi io … è da molto che volevo dirtelo e … ma vedi …” si fermò non riusciva a scrollarsi l’imbarazzo.
    Sofia lo guardò perplessa
    “Il prode Xado senza macchia ne paura che balbetta, deve essere qualcosa di grave ” disse Sofia in tono molto ironico e poi lo guardò maliziosa.
    “Lascia perdere, non era nulla di importante” disse sconfortato Xado.
    Fece per uscire dalla grotta ma Sofia lo trattenne per una mano e gli si avvicino talmente tanto che poteva sentire i battiti del povero Xado che era rosso come un peperone.
    “Accidenti a te! se aspetto che ti dichiari diventerò vecchia ” disse divertita e prese il viso di Xado tra le mani e lo baciò teneramente.


    Una luce bianca m’investì
    “Il tuo cuore mi aveva riconosciuto ma non ricordavi chi sono ora rimembri?”
    “Si”
    Senti le sue mani sul mio viso e aprì gli occhi era li davanti a me.
    Bella come nel ricordo. Dentro di me sentivo una felicita senza eguali ma allo stesso tempo mi sentivo triste e inziai a piangere.
    “Perché mi sento cosi triste? Sofia perché sento che qualcosa di brutto è accaduto? ”
    La donna si rabbuio e si strinse a me. Mi accorsi solo in quel momento che non avevo più sembianze da bambino ma ero l’uomo del ricordo.
    Sofia iniziò a piangere, le accarezzai dolcemente la testa.
    “Dopo tutti questi anni finalmente mi ricordi … sai io ero sempre qui dentro il tuo cuore sperando che un giorno tu ti fossi ricordato di me … e che .. ti perdonassi”
    La guardai con aria interrogativa “che intendi?”
    Alzò gli occhi su di me e con una mano fece cenno ad una bolla di avvicinarsi.

    Era una sera invernale ed il campo base era semideserto, notai che le mie sembianze erano pressoché identiche a quelle del ricordo prima quindi non era trascorso molto tempo.
    “Heilà amico stasera tocca noi la ronda eh?” era Gilandros
    “Gia gia ti spiace se ho mandato Sofia a letto sai era molto stanca”dissi
    “Hai fatto bene questa è una zona molto tranquilla” disse e si accese la pipa
    “Ho sentito che in primavera vi sposate, amico t’invidio sei da poco diventato comandante e stai per sposare la più bella cacciatrice di vampiri dell’intera Nosgoth” scoppio in una fragorosa risata
    “be questo lo devo anche a te, in questi anni sei stato come un fratello e più di una volta mi hai salvato la vita, vedrai che li fuori c’è una donna anche per te”dissi
    “Be allora speriamo che quella donna non sia gia diventata un vampiro altrimenti sarebbe da ridere” disse divertito “Oh a proposito ed il piccolo Xari come sta? E da un sacco che non torno al nostro villaggio”
    “Sta benone fra qualche mese fa un anno”
    Un urlo invase il campo base
    “VAMPIRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!”
    Sguainammo le spade e ci dirigemmo verso il centro del campo base per suonare la campanella d’allarme.
    In breve quasi tutti furono svegli e pronti alla battaglia.
    “Sofia! Gilandros vado alla tenda di Sofia ”dissi risoluto
    “Va bene ma sta attento” e in quel momento tre Zephonim ci piombarono addosso.
    “Bene bene bene dei ragnetti pronti a farsi uccidere”disse Gilandros divertito
    “tsk io odio i ragni” dissi e cominciai ad infilzarli.
    Più ne uccidevamo e più ne arrivavano
    “Accidenti di questo passo non raggiungerò mai Sofia” dissi disperato
    “Vai avanti amico ti copro io qui”
    “Ma sono troppi”
    “Ma che dici lo sai che mi divertono queste cose”
    “Grazie e vedi di non farti ammazzare, mi serve il testimone per le nozze… tutto intero!”
    “Ricevuto capo” e mentre combatteva scoppio in una fragorosa risata.
    Corsi a perdifiato per tutto il campo entrai nella tenda ma lei non c’era, corsi fuori e mi misi a cercarla.
    La trovai impegnata in uno scontro con uno Zephonim piuttosto grosso.
    Cominciai a correre per andare ad aiutarla, gridavo il suo nome.
    E accadde, l’artiglio sinistro del mostro fece volare via la spada a Sofia, mentre il destro le perforò il ventre; il mostro la avvicinò a se e la morsico sul collo ed iniziò succhiarle il sangue.
    “NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO”
    Gridai con tutto il fiato che avevo in corpo, mi avventai su di lui come una furia e lo decapitai in meno di dieci secondi.
    Presi il corpo di Sofia tra le braccia e gridai di dolore, la luce dei suoi occhi era ormai spenta.


    Lo scenario cambiò di colpo ero dietro la cascata del ricordo prima, sulla grotta dove io e Sofia ci eravamo dichiarati, al centro della piccola grotta c’era un statua d’angelo con le sembianze di Sofia.
    Stavo piangendo.
    Arrivo Gilandros
    “Immaginavo che ti avrei trovato davanti alla sua tomba, amico mio ti prego è passato un mese dalla sua scomparsa so che è ancora presto ma tirati su non è stata colpa tua”
    “e invece si … avevo promesso di proteggerla .. avevo promesso che avrei protetto tutte le persone che amo…”
    “Mi dispiace … ”
    “Perché sei qui?” dissi ancora sconvolto
    “Abbiamo trovato dove si nascondono i Zephonim soppravvisuti”
    Una strana luce si accese nei miei occhi.
    “Bene raduna tutta la squadra andiamo a stanarli”
    “Aspetta Xado serve un piano e tu non sei nella condizione adatta”
    “La amavo … e anche tu … c’è l’hanno portata via è giusto che paghino per questo”
    Gilandros abbassò gli occhi
    “Lo sapevi … anche lei lo sapeva … mi ero dichiarato tempo fa ma lei amava gia te cosi decisi di farmi da parte…. Hai ragione .. la vendicheremo”
    “Bene raduna la squadra si parte subito… a proposito dove si trovano?”
    Gilandros mi guardò
    “Alle rovine della Cattedrale Silente”



    Il ricordo si congelò, tutto si era fermato.
    “la cattedrale Silente … ora ricordo tutto”, vidi come lo scorrere di un film tutti gli avvenimenti della mia lunga esistenza, la trasformazione in vampiro, l’uccisione della mia famiglia e la trasformazione in mietitore e gli anni passati al servizio dell’Alleanza.
    Una mano prese la mia ma sentì qualcosa di strano, ero ritornato ad essere un mietitore, la mano era quella di Sofia.
    “Sofia … mi dispiace non sono riuscito a mantenere la promessa non ho protetto nessuno… anzi ho solo causato più dolore e guarda cosa sono diventato”
    “Sei sempre il solito testone” disse e sorrise, sentì nuovamente il mio cuore scaldarsi
    “Non importa se non riesci a mantenerla, tu ti impegni tanto per proteggere gli altri, allora ti farò una domanda: perché sei entrato nell’alleanza?”
    Abbassai gli occhi e iniziai a pensare, ricordai quando lo spirito dei miei genitori mi dissero di cercare la cattedrale … ma non mi avevano detto che sarebbe stata quella la mia strada.
    “Diventerò un cacciatore di vampiri per proteggere le persone che amo” alzai lo sguardo era il me stesso bambino che mi parlava.
    “Lo prometto proteggerò le persone che amo” ora era il me stesso adulto
    Sofia continuava guardarmi
    “Sono entrato nell’alleanza per proteggere le persone che amo”
    “Si, vedi che alla fine stai ancora mantenendo la promessa” e vidi delle lacrime che rigavano il suo viso
    “Perché piangi?”
    “perché sono felice, dopo tanto tempo sei riuscito a capirlo e a perdonarti”
    Abbassai lo sguardo
    “tu mi hai detto che sto ancora mantenendo la promessa ma … Xari è morto … io non sono riuscito a trovarlo in tempo e a redimerlo”
    “Amore mio tu ci hai provato hai messo tutto te stesso nella sua ricerca e poi non tutto è perduto.”
    “Cosa vuoi dire?”
    “CHE FORSE DOVRESTI LASCIARE CHE IO RISOLVA TUTTO” una voce malvagia risuonò
    “Chi è?” dissi spaventato
    “Tu sai chi è” disse triste
    E capi era lo stesso essere che stava prendendo possesso del mio corpo
    “Perché mi perseguita?”
    “Perché fa parte di te”
    “No .. non puo essere vero”
    “Tutti noi abbiamo dei lati oscuri il tuo ha cominciato ad uscire in questo momento” e con la mano m’indico il ricordo che avevo appena visto.
    Lui è nato dal tuo rifiuto di accettare la morte delle persone che ti sono accanto, hai riversato in lui la tua rabbia, la tua frustrazione e il tuo odio.
    “ORA CHE SAI VIENI AD AFFRONTARMI!!!!” la voce risuono ancora
    “Sta arrivando? ” chiesi
    “no non puo entrare qui, non lo sopporterebbe”
    “Perché?”
    “Perché è in questo luogo che tu conservi i ricordi delle persone che ami quindi tutto questo posto è pervaso dall’amore e lui che è nato dall’odio non puo sopportarlo. Ma tu ora devi affrontarlo non puoi rimanere qui”
    “ma io voglio rimanere qui con te non voglio più separarmi da te, ora che so che questo posto è l rifugio dei ricordi più preziosi tirerò fuori tutte le persone a me care e staremo tutti insieme… per sempre”
    “Vivere nei ricordi per l’eternità? E’ solo un illusione! ”disse gravemente Sofia
    “Sono stufo di soffrire, basta , mi va bene anche questa illusione”
    “E lascerai che lui prenda il sopravvento? Ti rintanerai qui come un coniglio mentre Odax porta morte e distruzione?”
    Abbassai il capo ….
    “No … perdonami … io per un attimo ho perso la testa… hai ragione ti ho fatto una promessa e qui la riformulo con parole più consone al mio ruolo: Io prometto che proteggerò gli indifesi e tutte le persone a cui tengo”
    Sofia sorrise e prese nuovamente tra le mani il mio viso, mi ritrasformai nello Xado umano e mi dette un lungo e dolce bacio.
    “Buona fortuna amore mio io sarò sempre con te” e scomparve

    Faccia-faccia col proprio odio
    Tutto l’ambiente circostante iniziò a vorticare, ripresi le sembianze da mietitore.
    I pilastri, non c’era nessuna cattedrale solo un immenso spazio aperto.
    Un tuono e poi il sole venne oscurato da una nuvola.
    “Allora abbiamo finito di andare a Zonzo?”
    “Be mi conosci mi piace fare il turista, ma ora Odax sono pronto”
    “hai dunque deciso lascerai a me il comando?”
    “Non dire sciocchezze ho promesso tanto tempo fa che avrei protetto le persone che amo se ti lasciassi agire indisturbato non manterrei quella promessa”
    Tuoni e fulmini iniziarono a imbandire il cielo mentre Odax si lanciò contro di me, ci scambiammo una serie di artigliate mentre l’ambiente circostante veniva scossa da trombe d’aria e da terremoti.
    Un calcio di Odax mi fece rotolare per diversi metri.
    “Tutto qui? Avanti Xado mostrami la tua forza! Oppure ora che sei solo non sei più tanto forte”
    “che diavolo stai dicendo?”
    “dico solo che se hai qualcuno da proteggere tiri fuori una grinta ed una forza immense mentre ora che devi solo proteggere te stesso sei cosi debole”
    “No… non è vero”
    Si avvicino e mi sferrò un altro calcio
    “Sei patetico! Guardati dove sono ora i tuoi amici? Sei solo … solo come un cane, guardati indietro e vedrai un fiume di sangue”
    Improvvisamente la terra prese il colore del sangue
    “No .. no ..no ”alzai gli artigli ed erano sporchi di rosso
    “Inutile .. come tutto quello che hai fatto finora … sei inutile. La strada che hai percorso c’è solo sangue e odio e allora lascia che sia io a percorrerla per te”
    Rimasi attonito a fissare i miei artigli
    “Guarda in che stato sei… sei debole!”
    “No … io ho promesso”
    “Una promessa che non sai mantenere, dove sono i tuoi amici ora? Dove sono le persone che hai protetto, dove sono i tuoi compagni d’arme? Sei solo! Ora lascia che io prenda il controllo e che tu svanisca”
    Il sangue che mi circondava iniziò a seppellirmi.

    CITAZIONE
    La fredda stanza iniziò a rabbuiarsi, Egli osservava l’evolversi della faccenda silenzioso in mistica riflessione. Uno dei suoi figli stava combattendo una battaglia che pochi avrebbero anche solo il coraggio di sostenere, aveva vegliato a lungo ed era deciso a non intervenire. Sapeva che Xado doveva trovare la forza di rialzarsi e capire chi fosse, ma ora sentiva che era venuto il momento di incoraggiare quel suo figlio che stava per perdersi.
    Si concentrò e infine riuscì a sintonizzarsi con tutte le menti dei mietitori.
    “Figli miei, un vostro fratello sta combattendo una battaglia dura, non possiamo aiutarlo fisicamente ma possiamo fargli sentire le nostre voci perché egli ora si sente solo. E’ Xado e sta combattendo contro se stesso, contro il suo lato corrotto. Facciamogli sentire che non sta combattendo da solo ma che ha l’appoggio di tutti i suoi amici”
    Si concentro per sintonizzare i pensieri dei mietitori sulla mente di Xado, poi improvvisamente sentì un interferenza, gli fu subito chiaro la fonte e lasciò che penetrasse insieme agli incoraggiamenti degli altri mietitori.

    “Bene vedo che alla fine mi ascolti e ti stai lasciando andare” disse compiaciuto Odax
    Ormai il sangue stava per seppellirmi completamente.
    “Xado” “Xado” “Che diavolo ci combini Ragnetto” “Avanti rialzati e combatti noi tifiamo per te”
    Erano i miei fratelli mietitori, Odax era disorientato.
    Non ero solo, i miei fratelli mietitori confidano in me, senti le forze che ritornavano.
    “Come vedi non sono solo” mi rialzai ed il sangue scivolo via
    “Mi ero promesso di non interferire visto che era la tua battaglia personale, ma non potevo rimanere a guardare mentre sprofondavi nell’oblio” era la voce di Respen
    “Lei è troppo magnanimo la ringrazio”dissi con tono reverenziale
    “Figlio mio, gli aiuti non sono ancora finiti ma questa volta non sarò io a portarteli”
    Improvvisamente si materializzò un piccolo globo verde che prese forma.
    “Non puo essere, voi qui … no .. maledetti” disse con ira Odax
    “Mamma .. Papà ma voi … non è possibile”
    “Perdonaci tesoro” disse mia madre “Purtroppo sapevamo che dentro di te stava anniddiato quest’essere che tu stesso hai creato. Gli ultimi avvenimenti l’avevano reso più potente e non riuscivamo a tenerlo sigillato cosi abbiamo deciso di nasconderci cosi chè tu potessi venire a conoscenza della sua esistenza ed ad affrontarlo”
    “Quindi eravate voi a tenerlo buono? Ma perché non me l’avete mai detto”
    “dovevi essere pronto”
    “Ma allora Xari?”
    I miei genitori si guardarono
    “Ascolta Xado”

    “Fratello!”

    Una voce proveniva dagli spiriti dei miei genitori
    “Questa voce .. è .. ”
    Mio padre sorrise e fece un cenno di assenso
    “Fratello!”
    “Dimmi Xari”
    “Ti chiedo scusa se ..”
    “No … sono io quello che ti chiede scusa per tutto”
    “No .. io mi scuso per non averti mai cercato vedi io sono riuscito a scappare da Gilandros e gli ho fatto credere di essere morto, da quel momento ho viaggiato per capire meglio le cose e finalmente ho trovato il mio scopo su questa terra. Un giorno forse ci ritroveremo, non preoccuparti per me prima del nostro incontro devo tentare una cosa.
    “Tu hai scelto di proteggere i deboli e per questo sei entrato nell’alleanza .. anch’io persevero uno scopo alto e quando ci sarò riuscito spero, tu, sarai orgoglioso di me fratello”
    Calde lacrime rigavano il mio viso
    “Xado spero che quel giorno arrivi presto ma ora combatti per i tuoi ideali e non lasciarti sopraffare dal demone.”
    “Grazie Xari”
    I miei genitori si ritrasformarono e tornarono ad essere la mia arma, la mietitrice.
    “Come vedi Odax non sono solo”
    Sentivo la voce dei miei fratelli mietitori
    E poi senti le voci dei miei vecchi compagni umani ed una fra tutte
    “Xado amico mio, il destino ci ha voluto prima amici fraterni e compagni d’armi; poi rivali sia in amore che nella guerra ma non ti porto rancore ora anch’io tramite te potrò continuare a proteggere i deboli come facevo da umano”
    “Grazie Gilandros”
    Sguainai la reaver
    “Ora terminiamo questo scontro”

    Il ritorno di colui che protegge
    Odax si avventò su di me con una furia micidiale, ma riusci a schivarlo e con un fendente della reaver gli mozzai il braccio sinistro.
    Copioso sangue nero sgorgò dal suo braccio e rotolo per terra gridando dal dolore.
    Ma qualcosa non quadrava improvvisamente sentì un enorme dolore al braccio sinistro e notai con orrore che era sparito.
    “Come.. come puo essere” dissi estereffatto
    “Cough non lo …capisci eh? Cough cough”
    “Cosa intendi?”
    “Io sono te e tu sei me… se tu mi uccidi anche tu morirai… ”
    “No .. non ci credo”
    “Be il tuo braccio è scomparso quando hai tagliato il mio; stupido non hai ancora capito che qui siamo dentro Xado?
    “Guardati attorno tutto questo è Xado: io,te la terra che calpesti .. tutto. Noi siamo la forza portante… uccidere uno di noi due significa che tutto si annulla ”
    “Ma perché? Anche tu prima mi hai attaccato e non è successo nulla”
    “Non ti ho attaccato con la volontà di distruggerti, ahahaha ma solo per soggiogarti, ora puoi chiamare in aiuto chi vuoi ma non potrai mai salvarti”.
    Non potevo distruggerlo ma nemmeno lui poteva distruggere me… era una situazione di stallo.
    Iniziai a pensare a tutto quello che era successo da quando ero entrato dentro me stesso.
    Pensai allo scontro di prima e capivo che Odax cercava solo di prevalere su di me .. di relegarmi forse dovevo fare lo stesso… ma non sarebbe cambiato nulla. Fino ad ora Odax è stato relegato in me aspettando un mio momento di debolezza. Se cerco di segregarlo prima o poi riuscirà ancora ad uscire, i miei genitori non possono più fermarlo, se lo distruggo ci annulleremo insieme.

    Ed infine arrivò la risposta.
    “Lei mi ha detto che sei nato dal mio rifiuto della morte delle persone a me care”dissi con tono calmo
    “Giusto io incarno tutta la tua rabbia e tutto il tuo odio”
    “No … tu sei il simbolo del mio fallimento a quella promessa… tu sei l’abnegazione di quella promessa, ogni volta che fallivo a mantenerla tu diventavi più forte perché io non accettavo il fatto che avevo fallito”
    Vidi la paura nel volto di Odax
    “Finalmente ho capito… io non devo distruggerti ne soggiogarti …. Io …. IO DEVO ACCETTARTI”
    Vidi che faceva dei passi indietro.
    “Si io devo accettare che nonostante tutto il mio impegno posso fallire, e se lo accetto tu ritornerai ad essere un tuttuno con me”
    “No.. io non posso permettere che accada, piuttosto ci annulleremo” disse irato Odax
    E con l’artiglio destro tento di perforarsi al centro del petto ma fui fulmineo e afferai l’arto
    “No Odax, è finita.”
    Aprii il mio cuore al dolore che aveva creato Odax e divenimmo un'unica entità

    L'angelo che veglia sull'antico amore
    Tutto si fece bianco, avevo l’aspetto umano e davanti a me ricomparve Sofia.
    “Questa è l’ultima volta che posso farlo”
    Prese il mio viso tra le mani e mi baciò.
    “Sono orgogliosa di te, amore mio”
    “Ti Amo” fu l’unica cosa che riuscì a dire
    Tutto si fece sfocato e scomparve.

    Riaprì gli occhi.
    “Bentornato tra noi” disse il Sommo Respen
    “Mio signore! Vi ringrazio per tutto quello che avete fatto per me e ringrazierò anche gli altri miei fratelli il vostro aiuto è stato importante e tempestivo. Non so come ma riuscirò a sdebitarmi”dissi in tono umile
    “Siamo tutti una grande famiglia … e perché un famiglia funzioni bisogna aiutarsi a vicenda.”
    Feci un profondo inchino.
    “Xado so dove sei diretto e voglio darti un altro piccolo aiuto”
    Rimasi sorpreso e egli mise una mano sulla mia spalla e mi teletrasportò.
    Eravamo dentro la grotta dietro la cascata, era il posto dove c’era la sua tomba.
    “La ringarzio”
    Fece un cenno d’assenso e sparì.
    L’angelo era ancora li dopo secoli, ricoperto di muschio e da vegetazione.
    La pulì con delicatezza ripromettendomi che sarei venuto a trovarla più spesso e poi feci una cosa che ormai non facevo da secoli. Mi inginocchiai davanti alla sua tomba, ammirai ancora il suo volto scolpito nella pietra. Chiusi gli occhi e l’immaginai bella com’era un tempo e pregai per la sua anima.
    “Te lo prometto… Proteggerò i deboli”



    --------------------------------------------------------------------------------------

    questa missione è stata veramente complicata da scrivere, alle volte avevo mille idee altre invece non sapevo dove sbattere la testa spero solo di non averla fatta troppo incasinata. Sicuramente c'è una sensazione di caos ma infondo la mente di Xado era instabile quindi in un certo senso il caos è voluto XD
    altre cose da dire ... be d'ora in poi vedrete uno xado più maturo e che si fa meno seghe mentali sul suo passato
     
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  9. Respen
     
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    Non ho parole, Xado.
    Questa missione mi ha emozionato, che è una cosa che mi capita di rado, leggendo le missioni, e quando accade è giusto e necessario farlo presente.
    Complimenti, davvero.
    A parte gli errori di ortografia, a me non è sembrata affatto incasinata, anzi, credo tu abbia reso bene la sensazione di stranezza e conflittualità.
    È lineare, comprensibile e moving.
    Ottima missione.

    Xado guadagna: Artigli affilati +1, Glifo dell’Acqua :acqua: e 11 EP.

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    O.O sul serio grazie mille, (sigh prima o poi faro qualcosa per quegli orrori di ortografia).
    cmq una piccola cosa scusa se ho fatto interagire il tuo pg senza avvisarti.
    cmq vai col il glifo e artigli affilati :P
     
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    Finalmente sono riuscita a leggerla con calma e devo concordare totalmente con Respen, una missione stupenda. L'ho letta tutta d'un fiato e mi dava una sensazione di onirico e di conosciuto nello stesso momento, davvero molto, molto, molto bella.
    E non parlo solo per il lato del GDR, è un racconto che merita!

    Certo se non ci fossero nemmeno quegli errori di ortografia ... ... ... hihihihihihihi :P

    Complimenti ragnetto, hai sfoderato un pezzo da 90! :)
     
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  12. Il Signore Oscuro
     
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    Caro ragnetto.è UN CAPOLAVORO!! l'ho letta stamattina e mi è piaciuta moltissimo.
    attualmente te e glifo siete sicuramente i migliori ruoler dei mietitori ^^ non come me che sono prolisso e noioso.
    voi avete proprio la capacitàdi sintesi che a me manca. forrse perché sono più ferrato nella scirttta romanzata che nel racconto breve.
    cmq mi meraviglio di cotanta bellezza e di una simile generosità da parte di respen... accidenti, e ora dove gli ficco nella mod tutti quei premi? XD

    e dico solo una cosa: che se Anakin avesse avuto a suo fianco Respen nei suoi moemnti di crisi anziché quel zuccone perfettino di obi wan e la nostra bella rana sarda , e se l'ordine jedi avesse insegnato a conciliare il proprio lato osucro con se stessi e ad accettarlo anziché a distaccarsi dai sentimenht oerché "pericolosi" sicuramente non ci sarebbe stato mai un vader e forse nemmeno l'ordine sith. inb ogni caso,l'imperatore avrebbe passato dei brutti quarti d'ora nell'ultimo film... anakin obi e yoda assieme l'avrebbero sicuramnete schiacciato XD

    Comploimenti di cuore e continua così!
    ^^
     
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    Xado the Cybernet Reaver

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    troppo buoni ..
    @glifo ... accidenti a me e all'ortografia (mmm forse dovrei decidermi a brevettare i miei errori e farli diventare una nuova linmgua tipo xadese lol)

    @ darth straquoto sulla sw pero devi anche ammettere che il motivo della conversione di anakin e solo per via dell'amore verso padme non voleva perderla (anche se alla fine ... vabb ormai la frittata l'ha fatta)
    quanto al romanzato diciamo che sicuramente i tuoi sono molto più completi come storie e per questo più lunghe mentre le mie sono decisamente .. si diciamolo dei veri e propri rapporti di fine missione (dialoghi a parte).
    quanto a questa in particolare ho voluto introdurre l'amore di Xado primo perchè aveva assolutamente bisogno di un motivo fortissimo per capire chi fosse secondo si capisce meglio come si caduto nella trappola dei vampiri (vedi bg) senza contare che i genitori non potevano farsi vedere suo fratello non poteva. Senza contare che la promessa l'ha fatta a lei e non agli altri quindi ho creato un duplice legame. nel senso che xado è diventato mietitore per continuare quella promessa inconsciamente.
     
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  14. Respen
     
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    In un’ampia valle baciata dal sole si trova una distesa di latifoglie, con un folto sottobosco rigoglioso e fertile. Animali vivono tra gli alberi e uccelli vi volano a nidificare. La corteccia delle piante cresce e si sviluppa col passare delle stagioni, diventando ogni anno più robusta. Sul terreno corrono e brulicano numerose forme di vita, dai piccoli insetti ai roditori più scaltri.
    Secoli fa, il suolo sottostante è un campo coltivato da cui sbocciano frutta e verdura per il sostentamento umano. Il contadino zappa la terra, faticando e spendendo le ore più calde del giorno per far nascere, accudire e per far crescere gli ortaggi. I solchi del terreno, tracciati con la forza delle braccia, accolgono semi e bulbi che, ricoperti e innaffiati, germogliano in floride piante. Il sole le fa fruttare, l’autunno le indebolisce, l’inverno le porta a morire e ogni anno il ciclo si ripete, a partire dalla zappa del contadino.
    Anche quel giorno il contadino impugna la zappa e come ogni giorno suda e fatica su quel campo generoso. Dietro di lui, il bosco gli sorride percorso da una debole brezza, un vento lieve che fa muovere le fronde. Gli alberi ondeggiano leggermente emettendo questa soave musica. Il lavoro dei campi si fa più piacevole al suono della natura.
    Oltre il bosco, più indietro, comincia la verdeggiante collina, che sale fino a superare di gran lunga l’altezza degli alberi e dalla cima della quale si può addirittura vedere il contadino che, laggiù in basso, lontano, zappa il terreno. È solo un minuscolo puntolino ma lo si distingue lo stesso.
    Sulla cima della collina il contadino ha costruito la sua casa, non è molto grande ma è accogliente. Sul prato corre un ragazzetto mentre una giovane donna dai capelli neri stende il bucato.
    Nel frattempo, il contadino zappa la terra.
    Nel forno della casa, una torta cuoce lenta e il suo profumo si spande nell’aria, stuzzicando l’appetito del bambino. La donna lo trattiene dal mangiarne, affinché la si possa gustare come una famiglia unita. Solo quando il contadino tornerà a casa si potrà cibarsi della gustosa leccornia.
    Il bambino gioca sul prato, la donna canta al sole mentre accudisce una mucca. La brezza accarezza i suoi capelli e la luce intensa fa risplendere i suoi occhi azzurri. Sono felici.
    Nel frattempo, il contadino continua a zappare la terra.
    Sono ignari. Non sanno che è in arrivo un incubo. Sbuca dal terreno come talpa affamata, azzanna, divora, beve. Le rune sul suo corpo brillano alla luce del sole, che non lo danneggia minimamente. Ci vuole poco più di un minuto prima che sia tutto finito, mentre la torta inizia a bruciare nel forno.
    Passa qualche ora, la casa è avvolta nel silenzio più totale. Poi si fa largo il chiaro rumore di zoccoli, arrivano i cavalli. Le armature decorate contrastano con lo scempio della casa del contadino. Il sangue è sparso ovunque, i tre cavalieri comprendono rapidamente la situazione e altrettanto rapidamente agiscono. Mentre uno dei tre dà fuoco alla casa, gli altri si occupano dei cadaveri della donna e del ragazzo.
    Nel frattempo, il contadino dà gli ultimi colpi di zappa. Rialza la schiena, è stanco, ormai il giorno giunge al termine. Si gira, e vede la casa in fiamme.



    Bleed
    Sono stato su quella collina, Bleed, e l’eco della strage è ancora molto forte, sotto forma di campo spirituale e emozionale. Sono passati molti lunghi anni, ma il tempo della verità è giunto.
    Ho scoperto chi ha compiuto l’assassinio della tua famiglia.
    Il Melchiahim responsabile dell’agguato non era un semplice corrotto, come siamo abituati a vederne. Le rune sul suo corpo, marchiate magicamente, lo hanno protetto dal sole, permettendogli di attaccare in pieno giorno.
    Vieni al Pilastro della Mente, Bleed, e chiudi gli occhi. Affidati a me e ti condurrò al tuo destino, ripercorrendo a ritroso i passi di quel Melchiahim. Ti condurrò attraverso il Regno Materiale e quello Spettrale alla ricerca del rifugio di quel clan. Ti condurrò a conoscere Rugdur, il capo del clan di Melchiahim che per primo fu marchiato dai Saraphan con le rune viste nella mia visione. Ti condurrò per monti e per valli, fino agli estremi confini di Nosgoth, dove la terra brucia e l’aria è nera.
    Ti condurrò ai responsabili della tua rabbia.
    Ti condurrò alla vendetta!

    LDR: 5

    Info aggiuntive via PM, eventualmente
     
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  15. *Asgarath*
     
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    Il giorno del solstizio d’estate di quell’anno, non l’avrei mai dimenticato.
    Era un periodo di relativa pace per l’Alleanza e ne avevo approfittato per dedicarmi ai miei studi.
    Avevo passato gli ultimi giorni chiuso in una forgia nella Cupola degli Stati, lavorando e modellando il vetro con l’uso di strumenti vari e della magia del fuoco. Ne avevo ricavato due specchi, delle lenti convesse, che poi avevo collimato dentro un piccolo tubo di legno, intagliato dai resti cavi di alcuni ramoscelli. Alla fine avevo montato il rudimentale strumento su un supporto metallico, in cima a una delle cupole della cattedrale dell’Anima. Avevo impiegato anni per studiare come fare, ma alla fine c’ero riuscito: avevo creato un rudimentale arnese che mi permetteva di ingrandire gli oggetti osservando dentro il tubo, grazie ad un gioco di rifrazione luminosa creato dalle due lenti.
    La mia idea era semplice: usarlo per studiare i corpi celesti.
    Ma mi resi conto che era tutt’altro che facile.
    Avevo considerato che era necessario un sopporto rigido, perché avevo notato che, tenendo lo strumento fra le mani, ciò che vedevo tremolava paurosamente a causa dei minimovimenti stessi delle mie dita.
    Altresì, non avevo considerato il moto di rotazione del mondo e della volta celeste. L’immagine ora era fissa, provai a puntar la luna, ma non potei veder molto: era estremamente sfocata. Le lenti non collimavano correttamente.
    - Che strano… Eppure avrei giurato che funzionassero.
    Facendo la prova con la vegetazione e le montagne in lontananza, puntando l’attrezzo verso il bastione di Malek, infatti, ero riuscito a intravedere abbastanza bene le contrafforti in rovina del maniero, arroccate a nordest. E invece con la luna era un disastro totale.
    Mi restituiva un’immagine talmente distorta che se fossi stato un umano avrei avuto la nausea.
    Non riuscivo a capire che cosa non andasse.
    Ci stavo lavorando sopra talmente tanto che non mi accorsi della strana luce globulare giallastra che a un certo punto inizò a sfavillare in cielo.
    Sentii un’eco nella mia mente.
    “Sai, Asgarath, secondo me, dovresti montare una delle lenti in cima al tubo esterno, e l'altra al termine di un tubo interno, poi costruisci un supporto mobile con delle scanalature dentro il tubo esterno, in modo che quello interno possa muoversi dentro quello esterno. in tal modo potrai variare la distanza delle lenti a piacimento, e potresti riuscire a metter a fuoco l’immagine in modo da poterla veder nitida. Tieni conto che ogni persona a seconda dei suoi difetti visivi o della sua percezione oculare, ha bisogno di una focalizzazione diversa.”
    - Ah, questa sì che è una grandiosa idea! Grazie!
    “Ma di nulla”
    Una risata eterea e profonda echeggiò nella mia testa.
    Soltanto allora smisi di armeggiare con l’attrezzo e restai impietrato.
    - Un momento? Ma chi?
    Mi irrigidii spaventato e guardai verso il cielo. Una luce globulare giallastra stava discendendo dala verticale del triangolo estivo. L’essere svolazzò un po’ nei dintorni, poi si fermò, sopra di me. Sopra di me.
    “Questo lavoro ti assorbe così tanto, Asgarath? Ti sei dimenticato di me?”
    - Daggor? .
    “Preferirei che parlassimo nel Regno Spettrale. Devo conferire con te in privato, figlio mio.”
    L’essere svanì senza nemmeno aspettare che gli rispondessi.
    Daggor era la creatura che mi aveva salvato dagli Hylden e dai Demoni. Quando io nacqui, un meteorite cadde a Nosgoth, vicino alla contea in cui dimoravo. Il mio mentore e precettore e druido di corte del duca Eton, Fergus, ritrovò la pietra e ne forgiò una spada potenitissima. La spada canalizzava l’energia degli astri, l’accumulava e la liberava in possenti scariche distruttive contro gli avversari che minacciavano il regno. Prima Fergus, e poi io, da umano, la brandimmo per protegger il Duca, la moglie e tutto il nostro popolo.
    Poi arrivò la fine. Le creature del Dark Eden, il crollo dei Pilastri, l’invaesione degli Hylden e dei Demoni.
    La spada si ruppe durante uno scontro in cui cercai di salvare i miei genitori adotivi, Eton e sua moglie Ellenren, da una fine orribile. Ne uscii Daggor e annientò i miei nemici. E poi mi rese un mietitore. Quando mi ridestai, ero sconvolto dalla mia nuova natura. Mi aveva tranquillizzato, mi aveva spiegato chi fosse. Daggor era un essere proveniente dal cielo, che assieme ad altri suoi simili vegliavano sulla sorte dei mondi abitati dalle creature mortali, così come noi facevamo a Nosgoth. Ma noi proteggevamo solo una landa, loro invece difendevano miriadi di mondi e civiltà. Daggor aveva scelto me come suo campione, per difendere Nosgoth e per aiutare l’Alleanza nel ripristinare l’Equilibrio. Un fardello duro e pesante, che avevo accettato con non poche diffidenze e difficoltà e che per me ora rappresentava la ragione stessa della mia non vita.
    Prima di andarsene, egli aveva infuso in me un frammento della mia anima nella mia mietitrice spettrale.
    Così la lama spesso mi sussurrava, avvisandomi dei pericoli che correvo durante le mie missioni.
    Innumerevoli volte quel potere mi aveva salvato, o aveva salvato i miei amici dell’Alleanza.
    Avevo incontrato Daggor solo un’altra volta, ad Avernus. Aveva aiutato me e Darwin a ritornare nel Regno Materiale dopo esserstati intrappolati da un fabbro dei glifi Hylden evocato dal regno dei demoni da Galesh.
    E ora… eccolo di nuovo.
    Che cosa voleva?
    Quando mi eiettai nel regnoi spettrale, però, non lo trovai.
    “Daggor? Daggor?”
    Lo chiamai a lungo ma non ottenni risposta. Silenzio totale. Solo l’eco delle anime che svolazzavano nell’etere energetico e le ombre proiettate dalle forme delle cuspidi, delle guglie e delle vetrate della cattedrale dell’anima.
    “Asgaraaaaath!”
    Un grido mi scosse.
    Vidi la creatura volteggiare sul terreno, decine di metri sotto di me.
    Mi gettai al suolo librandomi col mantello ma non lo trovai.
    “Che volesse giocar a nascondino?” mi chiesi.
    Di nuovo sentii l’eco. Vidi la creatura chamarmi e volare via, lontano, verso le foreste dell’ovest.
    Mi misi a rincorrerlo e a inseguirlo e a chiamarlo ma per quanti sforzi facessi era incredibilmente veloce, alla fine svanì all’orizzonte e io fui costretto a fermarmi.
    Tornai al regno materiale e raggiunsi delle rovine. Rovine che mi erano tristemente familiari. Non capivo come ci ero arivato. Non avevo usato portali o alcunché.
    Ovunque era pieno di cadaveri, sotto la pioggia, di un villaggio in rovina.
    Li guardai e li riconobbi era la gente del mio villaggio natio.
    “Ma che cosa…”
    I cadaveri si mossero e si alzarono, baluginii verdi brillarono dai loro occhi.
    - Asgarath!
    - Asgaraaath!
    - Ci hai traditi..
    - Ci hai abbandonati…
    - Asgarath, vieni a giocare con noi! – era il Demone Ombra che mi parlava, apparendo dalle mie spalle e troneggiando sopra di me.
    Feci per evocare la mietitrice, ma non avvenne nulla.
    Nemmeno il fuoco sacro rispose.
    Sentii due voci chiamarmi.
    - Asgarath aiuto!!!
    - Figlio , aiutaci!
    Non riuscivo a muovermi, non potevo far niente.
    Eton ed Ellenren erano circondati dagli Hylden. I cadaveri impossessati li sopraffarono ed essi svanirono in una marea di corpi putridi che li sommersero. Sentii le loro strazianti urla di morte.
    -Madre! Padre!
    Il Demone Ombra mi guardò gioioso.
    - E ora… Piccolo umano… Tocca a te.
    - Umano?
    Mi guardai. Aveva ragione, non ero più un mietitore. Ero tornato uomo.
    Gridai. Le tenebre mi avvolsero.

    - Madre… Padre… Noooo! Noooo! - Il druido si dimenava sul suo giaciglio. Si era concesso un po’ di sonno nel suo alloggio, aveva adagiato il suon manto runico su una sedia e si era addormentato dopo essersi disteso sul letto.
    Qualcuno entrò nella stanza in quel momento, e lo vide contorcerci in una maniera assurda. Il mietitore tremava, gridava, fendeva l’aria con gli artigli, come a voler disperatamente afferrar qualcosa. La mietitrice apparve nel suo braccio e iniziò a tirar fendenti a destra e a manca, ancora addormentato.
     
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